Come addestrare un gatto

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Se il vostro obiettivo è quello di avere un gatto che si sieda a comando, faccia capriole o vi porti il giornale la mattina a letto, allora dovreste comprarvi un cane… Se pensate che alla fine di questo articolo sarete in grado di insegnare al vostro gatto ad usare il bagno e tirare la catena piuttosto che utilizzare la sua lettiera, questo articolo non fa per voi.

Se invece il vostro obiettivo è quello di avere un gatto che fa i suoi bisogni nel posto giusto e che si fa le unghie sul tiragraffi piuttosto che sul vostro divano, allora divoratevi l’articolo!

Come imparano i gatti

Prima di insegnare ad un gatto a fare o non fare qualcosa abbiamo bisogno di capire come i gatti imparano. I gatti infatti non capiscono l’italiano, tantomeno leggono libri o possono presenziare alle lezioni; per quanto possa sembrare assurdo il loro meccanismo di comprensione è molto semplice: essi imparano per associazioni.

Se l’esperienza è buona il gatto cercherà di ripeterla. Se l’esperienza è spiacevole farà di tutto per evitarla in futuro. Gode a rastrellare il mobile con i suoi artigli? Lo farà sempre! Ma se prova a ficcare il naso sulla fiamma di  una candela state pur certi che non farà una seconda volta!

La chiave per la formazione è assicurarsi che ciò che volete che il vostro tenero batuffolo faccia, sia accompagnato da gesti gratificanti e piacevoli in modo che sia spinto a rifarlo. Di contro icomportamenti scorretti dovranno essere associati a qualcosa di sgradevole.

Il meccanismo del rinforzo positivo

Spesso ci ritroviamo involontariamente a premiare il gatto nonostante lui abbia messo in atto un comportamento sgradevole. Pensate ad esempio al gatto che alle cinque del mattino sveglia il proprio padrone saltando sul letto e miagolando all’impazzata. E cosa fa l’ignaro proprietario? Si alza, gli dà da mangiare, gioca con lui o lo manda fuori… Ecco fatto il danno: il gatto ha imparato che così facendo ottiene ciò che vuole e lo ripeterà vita natural durante.

Molti proprietari si sentono frustrati quando non riescono a beccare il gatto nel momento in cui compie il “delitto”. E allora pensano di far bene mostrando al gatto le prove del reato (ad esempio la chiazza di umido sul tappeto o la tenda tritata…) e di disciplinarlo in quel momento. E’ prassi comune catturare il gatto per mostrargli il luogo umido e poi trascinarlo sulla lettiera costringendolo a scavare. Ebbeno il gatto avrà imparato due cose: 1) essere raggiunti dal proprietario è una cosa spiacevole; 2) la lettiera è una camera di tortura.

I semplici rimproveri non hanno alcun effetto. Se beccate il gatto sul fatto e lo rimproverate lui, semplicemente, aspetterà che voi non siate nei paraggi per rifarlo. Se rimproverate il gatto più tardi, lui non assocerà il rimprovero alla malefatta. In entrambi i casi il comportamento scorretto continua. Alcuni gatti si comportano male solo per ottenere attenzioni e se le ottengono, ciò costituisce per loro un valido motivo per continuare. E allora che facciamo?

Le tre regole d’oro

1) Smetterla con i rimproveri

Imponetevi di rendere il vostro rapporto con il gatto appagante, divertente e rilassante. A volte questo cambiamento da solo è in grado di risolvere molti problemi. Pianificate delle sessioni quotidiane di gioco e coccole. I gatti più attivi e distruttivi sono quelli annoiati. Un gatto che si sente trascurato spesso smette anche di usare la lettiera.

2) Premiare le buone azioni

Il metodo più efficacie per formare e addestrare il proprio gatto è l’utilizzo di premi in modo che si possa creare quel contesto consono al gatto, all’interno del quale il gatto possa avere successo. QWuesto vi darà la possibilità di lodarlo e premiarlo per buona condotta.

Prendiamo l’esempio della lettiera: i gatti sono molto regolari nel fare i propri bisogni. Cercate di essere scientifici, almeno inizialmente, nel somministrare loro la pappa e segnate i tempi di intervallo tra il pasto e … “l’evacuazione”. Quando avrete raggiunto un buon controllo dei tempi fate in modo di somministrare al gatto il cibo in modo che possiate essere in casa nel momento in cui necessita di fare i propri bisogni. A quel punto chiudetevi in una stanza con lui e con la lettiera: il gatto non avrà alternative, non potrà andare sul tappeto della camera, dovrà per forza utilizzare la lettiera. Quando e lì che avrà fatto i suoi bisogni, mostratevi soddisfatti, lodatelo e, soprattutto, premiatelo con una bella fetta di salmone o qualcos’altro di succulento. Finchè non siete sicuri che la formazione abbia avuto successo, non dategli liberoaccesso al resto della casa quando sapete che avrà la vescica o l’intestino pieni.

3) Creare un ambiente “sano”

La terza regola d’oro è creare un ambiente o contesto nel quale la sua cattiva condotta non risulti un’esperienza gratificante. Prendiamo per esempio la tendenza di tutti i gatti di farsi le unghie sui mobili. A nulla vale cospargere la casa di tiragraffi se prima non avete reso in qualche modo l’esperienza di farsi le unghi sul mobile come un’esperienza poco appagante o addirittura fastidiosa. Per fare ciò, dovete osservare il vostro gatto e andare per tentativi. Dovete trovare ciò che dà fastidio al vostro gatto. Non sono tutti uguali: ad alcuni, per esempio, dà fastidio la sensazione che dà un foglio di alluminio, ad altro il nastro biadesivo, ad altri ancora un lieve profumo di mentolo o di agrumi.. Nessun gatto sopporta poi che le unghie si incastrino nel tessuto: drappeggi di tuttle sui mobili scongiurano quindi la graffiata compulsiva. Una volta che il vostro gatto si accorge che questi luoghi non sono più divertenti e al loro posto troverà uno splendido tiragraffi, il problema delle artigliate sparirà completamente.

Concludendo

Insomma, può darsi che il vostro gatto non saprà saltare attraverso un cerchio di fuoco, ma di sicuro con queste semplici regole sarete in grado di farlo smettere di scalare le tende… In ogni caso, ricordatevi che i gatti apprendono meglio attraverso l’uso di premi, lode e rinforzo positivo.

AG

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Commenti

  • […] Mark Twain diceva “non tentare di insegnare ad un maiale a cantare, otterrai solo frustrazione e fastidio”. Applicate questa formula anche nel rapporto con il vostro amico peloso: non si può far fare ad un gatto qualcosa che non vuole, ed è molto difficile farlo smettere di fare qualcosa che gli piace. Quindi dovrete essere abbastanza intelligenti da re-indirizzare i suoi desideri. I gatti non capiscono la punizione fisica: se picchiate il gatto quando graffia il divano, lui non capirà che lo fate come conseguenza al suo gesto, ma capirà semplicemente che quando lo “catturate” lui viene trattato male; ciò aumenterà la sua insicurezza e minerà la fiducia che deve esserci alla base di un buon rapporto tra di voi…. come conseguenza sarà sempre più difficile per voi avvicinare il vostro batuffolo di pelo, per qualunque motivo. L’argomento è trattato più a fondo nel post “come addestrare un gatto“. […]

  • […] come una vera e propria cuccia. Incoraggiatelo, usate il metodo del comportamento positivo (vd Come addestrare un gatto) per invogliarlo a utilizzare il trasportino. Mettete al suo interno il suo giocattolo preferito, o […]

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